La tradizione popolare delle nostre montagne è ricca di storie, miti e leggende che si sono tramandate fino ai giorni nostri. Alcune spiegano in modo fantasioso l’origine di vette e laghi, altre raccontano storie d’amore o di fantasmi avvenute nelle vallate. In Valle d’Aosta ce ne sono di belle ed affascinanti, raccontate fin dai tempi antichi nelle baite più sperdute, quando le stagioni più fredde costringevano a rimanere e attorno al fuoco.
I diavoli di Val Veny
Cacciati da San Bernardo i diavoli si ritirarono sul Mont Maudit, ma spesso compivan o scorrerie a valle, rovinando i raccolti e mettendo a soqquadro i paesi. Nessun religioso era fino ad ora riuscito a scacciari del tutto. Un giorno per caso si sentì un diavolo rivelare il motivo dei fallimenti dei prelati: per scacciare i demoni ce ne voleva uno senza macchia, puro e candido nell’animo. Dopo tante ricerche lo trovarono nel convento di San Francesco di Aosta. I diavoli non riuscirono a trovare peccati nella vita del fraticello, così, sconsolati, abbandonarono la valle e mai più fecero ritorno.
Miracolo a Machaby
Nei pressi del santuario di Machaby ad Arnad, in una caverna, una strega vipera e un diavolo a sette teste rapivano fanciulli dai prati per i loro sabba. I rapiti si raccomandarono a Nostra Signora di Machaby, pregando a lungo. La Madonna delle Nevi si manifestò loro, indicando uno spiraglio in fondo all grotta. Rimossero alcuni sassi e uscirono sani e salvi.
Il tesoro e le castellane di Graines
Si dice che sotto il castello di Graines sia sepolto un tesoro, anche se nessuno è mairioucito a trovarlo. Ci provò un giovane mandriano che in sogno sentì una voce indicargli il punto dove scavare, ammonendolo di farlo prima del canto del gallo. il giovane scoprì così una botola e la stanza del tesoro. Ma rimase abbagliato dall ricchezze che non si accorse che il gallo aveva cantato, tre volte. La botola si chiuse e l’uomo rimase prigioniero per sempre.
Sempre attorno al castello si narra che per evitare che le castellane non venissero accecate ed abbronzate dal riverbero del sole sulla neve e sui ghiacciai della Becca Torché la gente del contado era obbligata dal feudatario a coprire di terra i pendii innevati.
L’ultmo orso della val d’Ayas
Inverno 1782. Il più forte montanaro di Champoluc, sulla strada di Saint-Jacques si imbattè in un grande orso che gli si gettò contro. L’uomo lo affrontò e vinse. Per dimostrare la sua forza appese fuori dalla porta le zampe dell’orso. Una di quelle è ancora visibile, inchiodata sotto il balcone della “Maison Fournier” di Antagnod.
Il dente del gigante di Courmayeur
Il gigante Gargantua lasciò un dente alla Valle d‘Aosta. Ma la zona era infestata da spiriti maligni, folletti e creature dei boschi. Un mago dall’Oriente richiamò con parole magiche tutti i demoni malvagi, portandoseli con sé tra gole e valli, fino alla prigione tra i ghiacci del Monte Bianco. E da quel giorno le valli non furono più infestate dagli spiriti cattivi.
Il ponte del diavolo a Pont Saint Martin
Un misterioso straniero si offrì dipagare la costruzione di un ponte massiccio sul torrente Lys, ma si rivelò essere il diavolo che pretese in cambio l’anima del primo che sarebbe transitato sul ponte stesso. Il paese accettò ma nessuno voleva giustamente attraversare il ponte. Così il demonio si arrabbiò, lanciando disgrazie sui paesani. Venne chiamato Martino, un saggio eremita, che si prteopse di “sacrificarsi”. Si presentò con un cane che sguinzagliò sul ponte dopo aver lanciato dall’altra sponda un pezzo di pane. Il diavolo prese l’anima della povera bestia, ma così era stato ingannato. Dalla rabbia diede un calcio alla spalletta del ponte, provocando una crepa che è visibile ancora oggi. Tutto il paese, riconoscente, ricordò per sempre l’impresa, chiamandosi da allora Pont Saint Martin.