Aumentano gli Amanti della Montagna, il CAI cresce ogni anno

Il Club Alpino Italiano festeggia quest’anno i 150 anni della sua fondazione, da quando alcuni nobili piemontesi decisero di scalare il Monviso e di dare onore alle scalate come vero proprio sport. La storia del CAI è fatta dunque risalire a quel 12 agosto 1863 quando il ministro delle finanze del neonato Regno d’Italia, Quintino Sella, insieme a Paolo e Giacinto Ballada di Saint-Robert e il deputato calabrese Giovanni Barracco raggiunsero la vetta, inaugurando le salite alpine. L’impresa dell’epoca ebbe naturalmente grande eco e risalto proprio per la fama dei protagonisti, riuscendo così a dare dignità di sport ardito all’alpinismo moderno, come vera e propria disciplina sportiva, e non solo attività faticosa per necessità di valicare una montagna o raggiungere altri luoghi impervi. Da anni gli Inglesi avevano il “monopolio” di questo sport, nonostante non avessero le cime italiane che tutt’ora ci invidiano.

La mossa propagandistica che celebrava di fatto il Regno d’Italia e l’impresa dei Savoia aveva lo scopo di unire lo Stivale in un sentimento nazionale comune. Ma tant’è, il primo risultato di questa avventura fu la nascita del CAI, il 23 ottobre 1863 nel Castello del Valentino a Torino. Il primo presidente sarà il barone Ferdinando Perrone di San Martino e non Quintino Sella, contrariamente a quanto di solito si crede. Quest’ultimo ne fu invece il principale e più deciso promotore, soprattutto a livello mediatico.

Bastarono dieci anni di attività per scoprire che l’Italia era piena di appassionati rocciatori che non vedevano l’ora di condividere le esperienze e le conoscenze con altri “colleghi”. Naqero quindi le prime sezioni distaccate

Il CAI oggi

Gli iscritti sono circa 320.000 dei quali più di 30.000 soci giovani. E negli ultimi anni gli iscritti sono aumentati enormemente: si parla di un trend costante di quasi 4.500 nuovi soci all’anno. Il CAI conta 492 con 308 sottosezioni, presenti in tutta l’Italia dove sono federate da 21 Gruppi Regionali, di cui 2 raggruppamenti provinciali (Trentino e Alto Adige), che hanno il compito di coordinarle e raccordarle con la Sede centrale.

Sono sezioni nazionali l’Associazione Guide Alpine Italiane e il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Le sezioni sono anche proprietarie di 700 rifugi, capanne e bivacchi: 21.000 posti letto.

Foto Sandro Visintin