Tra le tradizioni più radicate sulle Alpi c’è quella della cacciata del diavolo da parte di San Nicolò (Nicola). Ogni regione ha la sua versione dei fatti e la sua tradizione locale per festeggiare la vittoria del bene sul male, che spesso si avvicina al periodo natalizio.
Ma in montagna San Nicola soggioga i diavoli – personificati da mostri dalle corna lunghe e dalle sembianze di uno yeti – e raggiunge tutti i bambini del paese a bordi di una slitta, lisciandosi la sua lunga barba bianca. Vi ricorda qualcosa? La tradizione di Babbo Natale “nostrano” nasce sulle Alpi, tra le baite innevate, solo con meno diavoli e più regali.
Ogni anni nella prima settimana di dicembre in molte località delle Dolomiti si rievoca questo momento folkloristico-religioso. Ma in alcune zone, soprattutto nella Val di Siusi in particolare si ripete il rito della sfilata a di questi diavoli giganti, chiamati Krampus. I Krampus italiani, svizzeri, austriaci e tedeschi si ritrovano per le vie dei paesi.
E’ una sorta di sfilata con in testa il santo attorniato dagli angeli che distribuiscono dolci ai bambini, poi i diavoli che fanno a gara per essere più mostruosi e spaventosi in cerca di bambini cattivi da rapire. La tradizione dei Krampus è molto radicata sulle Alpi nord occidentali ed oltre, nelle valli del Tirolo, tanto da creare dei veri e propri gruppi in maschera.
A Castelrotto, in provincia di Bolzano, si tiene per giunta una sorta di gemellaggio culturale tra le varie facce dei Krampus per la Corsa dei Krampus.
sono centinaia i diavoli in gara, provenienti da 80 compagnie differenti. ogni gruppo è contraddistinto da un simbolo e la maschera può variare da gruppo a gruppo. Il volto deve essere rigorosamente scolpito nel legno. Ogni clan ha colori ed oggetti diversi che usano per fare più paura (forconi, cinghie, fruste…), come pure gli animali che si portano dietro (capre, cavalli, cinghiali…) per spaventare i bambini.
Foto Giulio GMDB