Un aspetto che solitamente non si considera nelle settimane bianche o in una vacanza in montagna è quello religioso. Un turismo più discreto ma non meno importante, vista la vocazione storico-architettonica dei nostri centri urbani. Le nostre montagne sono costellate da pievi, chiesette, santuari e luoghi di culto un po’ abbandonate – anche perché spesso vengono aperte solo una volta all’anno in occasione di una processione o di invenzioni particolari – che conservano non solo una forte valenza spirituale, ma hanno in sé anche tracce artistiche di pregio. Basti pensare ai Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, cappelle e santuari eretti fra il XVI e il XVII secolo ricchi di storia e arte diventati anche per questo, nel 2003, Patrimonio Mondiale Unesco dell’Umanità.
I sacri monti sono sette in Piemonte (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e due in Lombardia (Ossuccio e Varese, e rappresentano un punto di incontro tra i fedeli e gli amanti dell’arte. Sono mete di pellegrinaggi in tutte le stagioni.
Da sempre le vette delle montagne hanno rappresentato per il culto religioso un “ponte” per il paradiso o per avvicinarsi al trascendente, sia nella tradizione pagana che in tante altre confessioni religiose. La cultura popolare ha sempre visto le montagne come luoghi inaccessibili e divini, che solo gli eletti erano in grado di “violare”.
Oggi le vette sono disseminate di croci, che rappresentano dei punti di riferimento per scalatori ed escursionisti, oltre che segni tangibili di questa devozione verso e con la montagna.
Diocesi e Arcidiocesi si sono anche organizzate con veri e propri percorsi di fede con cadenza settimanale per visitar i luoghi di culto in alta montagna. A Trento si va alla “ricerca delle radici religiose” o nella Val di Nonalla Venosta tra i “sentieri del cielo”, o addirittura hanno pianificato itinerari d 22 km. tra strade e sentieri, dal Santuario di Montagnana alla Madonna dell’aiuto di Segonzano. In Alto Adige passa il “cammino di san Giacomo”, in Valle dell’Isarco che, attraverso tappe successive, passa anche dalla storica Abazia di Novacella.
Il Friuli Venezia Giulia è ricco di testimonianze religiose di montagna, coma a Cividale del Friuli e Sesto al Reghena; dopo l’arrivo dei Longobardi nel 569, in queste località si riconoscono tracce di assoluto valore religioso. Il “cammino delle Pievi della Carnia”, “L’Iter Aquileiense-Cammino Celeste (da Aquileia alle valli di Resia e Dogna fino al Santuario del Monte Lussari), sono solo alcuni esempi di turismo devozionale.
La Valle d’Aosta è ricca di santuari dedicati al culto mariano: Arnad è famosa sicuramente per altri motivi, ma ospita uno dei più importanti luoghi di devozione della Madonna, il Santuario Notre Dame de Machaby.
Foto Max Opp